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PNRR: cos’è e quali strumenti digitali prevede per PA e Imprese

Autore: Alessandra Caraffa
Data: 24 Novembre 2022
Tempo di lettura: 4 min

PNRR: cos’è e quali strumenti digitali prevede per PA e Imprese

PNRR: significato del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e digitalizzazione della PA

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, o PNRR, è il piano approvato dal Governo italiano nel 2021 per rilanciare l’economia del Paese dopo la crisi causata dalla pandemia da Covid-19. Il PNRR Italia rientra nel programma Next Generation EU per la ripresa europea, ed è articolato in sei missioni tematiche, la prima delle quali è dedicata a digitalizzazione di PA e imprese, innovazione, competitività, cultura e turismo. 

Cos’è il PNRR Italia

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, o PNRR, è un fondo istituito dai Paesi dell’Unione Europea per permettere alle singole nazioni di rilanciare la propria economia dopo la pandemia. Il PNRR Italia rientra nel programma Next Generation EU, un fondo da 750 miliardi di euro stanziato con la finalità di potenziare ed efficientare le infrastrutture fisiche e digitali e migliorare la qualità del lavoro e dei servizi alla cittadinanza. 

Il PNRR tocca una gran varietà di tematiche, ed è articolato in sei missioni

  1. Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo: si articola in tre diverse linee d’azione che includono la digitalizzazione e l’innovazione di PA e imprese italiane e interventi specifici per i settori turismo e cultura;
  2. Rivoluzione verde e transizione ecologica: è la voce più sostanziosa del PNRR e prevede interventi su economia circolare e agricoltura sostenibile, energia rinnovabile, idrogeno, mobilità sostenibile, tutela del territorio e della risorsa idrica;
  3. Infrastrutture per una mobilità sostenibile: include la digitalizzazione della rete di trasporti e la realizzazione di nuove reti di trasporto ferroviario regionale;
  4. Istruzione e ricerca: prevede una riforma dei dottorati, l'introduzione di modelli innovativi per la ricerca e il sostegno ai processi di innovazione e trasferimento tecnologico tra università e imprese;
  5. Inclusione e coesione;
  6. Salute: prevede l’ammodernamento tecnologico degli ospedali, il rafforzamento delle infrastrutture tecnologiche e di raccolta e analisi dei dati, maggiore digitalizzazione e equità di accesso alle cure e alle campagne di prevenzione.

È previsto che le risorse del PNRR siano erogate entro il 2025; in ogni caso, i fondi devono essere usati entro il 31 dicembre 2026.

PNRR: i progetti per PA e imprese

Il Recovery and Resilience Facility, o Recovery Fund, è stato istituito con il Regolamento (UE) 2021/241 ed è diviso in programmi nazionali che, articolati nelle sei missioni citate sopra, tracciano l’orientamento generale delle strategie di rilancio delle economie europee. 

La transizione digitale è tra i pilastri indicati dall’UE ed è perseguita dalla Missione 1 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, dedicata a “Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo”. Tale missione si articola a sua volta in tre ambiti: 

  • M1C1 - Digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella PA, che si propone di sviluppare l’offerta integrata di servizi digitali all'avanguardia orientati a cittadini, residenti e imprese; 
  • M1C2 - Digitalizzazione, innovazione e competitività nel sistema produttivo, per lo sviluppo e l’adozione di tecnologie avanzate da parte delle imprese italiane;
  • M1C3 - Turismo e Cultura 4.0, che prevede investimenti che vanno da interventi per la sicurezza sismica alla rigenerazione dei Borghi italiani tramite il turismo sostenibile.

Il PNRR (qui il testo integrale) è ancora molto articolato: soltanto la prima voce, M1C1, prevede sette ambiti di investimento e tre piani di riforma per la digitalizzazione della PA. Vediamo quindi nel dettaglio cosa prevede il PNRR sul fronte della digitalizzazione della Pubblica Amministrazione.

Il PNRR per le PA: gli strumenti per la digitalizzazione

Il PNRR punta a realizzare, in termini di digitalizzazione, l’ambizione europea del Digital Compass 2030, che prevede di rendere disponibili online, entro il 2030, tutti i servizi fondamentali per il cittadino.  

L’ambito M1C1 della Missione 1 del PNRR dedicato alla digitalizzazione prevede in particolare sette linee di investimento:

  • Infrastrutture digitali, per razionalizzare e implementare il sistema dei data center presenti sul territorio nazionale, in un’ottica cloud first che prevede la migrazione in cloud di sempre più dati e servizi;
  • Abilitazione e facilitazione migrazione in cloud, per il supporto nella migrazione al cloud della PA locali;
  • Dati e interoperabilità: punta alla piena interoperabilità dei set di dati della PA tramite una Piattaforma Nazionale Dati unica per tutti, che prevede un utilizzo esteso del Domicilio Digitale del cittadino;
  • Servizi Digitali e Cittadinanza Digitale: rafforza le piattaforme di servizio digitale, tra cui PagoPA e l’App IO, e il sistema di identità digitale SPID - Sistema Pubblico di Identità Digitale, che punta a raggiungere 40 milioni di italiani.
  • Cybersecurity;
  • Digitalizzazione delle grandi amministrazioni centrali, che prevede la digitalizzazione di sistemi di INPS e INAIL, dei procedimenti in ambito di Giustizia e di diversi servizi offerti dall’amministrazione centrale;
  • Competenze digitali di base: punta all’alfabetizzazione digitale di base della cittadinanza e punta a scongiurare i potenziali effetti del digital divide sulle fasce più a rischio.

Gli investimenti sono sostenuti da tre assi di riforma, che riguardano il processo di acquisto ICT, il supporto alla trasformazione della PA locale e l’introduzione di linee guida per l’approccio cloud first e per l’interoperabilità.

Cloud first e interoperabilità: il ruolo dell’Identità Digitale

La migrazione in cloud delle PA è centrale nel PNRR: l’obiettivo è quello di portare il 75% delle PA italiane ad usare servizi in cloud, in modo da semplificare lo scambio dati e favorire una maggiore interoperabilità tra amministrazioni. Le misure riguardano una platea potenziale di oltre 22.000 enti tra Comuni, scuole, Aziende sanitarie e ospedaliere, Università ed enti locali.

In particolare, l’ultimo asse di riforma che accompagna gli investimenti al punto M1C1 del PNRR prevede un’evoluzione del Domicilio Digitale, che sarà integrato con l’anagrafe nazionale. Ogni cittadino dotato di firma digitale ai sensi del Regolamento eIDAS, indirizzo PEC e Identità Digitale SPID (o Carta di Identità Elettronica) sarà raggiungibile da PA e aziende presso il proprio Domicilio Digitale. 

Tra le misure della Missione 1 del PNRR c’è lo Sportello Digitale Unico, che prevede la completa digitalizzazione di 21 servizi, che saranno resi disponibili online a tutti i cittadini europei dotati di identità digitale entro il dicembre 2023.

All’identità digitale è destinata la Misura 1.4.4, che prevede un investimento di circa 250 milioni di euro per la promozione dell’uso di SPID e CIE, cioè dei sistemi di autenticazione necessari per l’accesso ai servizi online della PA. SPID e CIE, inoltre, saranno gradualmente armonizzati in un unico sistema di Identità Digitale, più semplice da usare e più efficiente per cittadini e imprese.

Considerando che la migrazione al cloud ridurrà i costi ICT delle amministrazioni, saranno previsti disincentivi per le PA che non avranno effettuato la migrazione dopo un “periodo di grazia” predefinito. Saranno inoltre semplificate le procedure per lo scambio dei dati tra amministrazioni.

Trasformazione digitale e Impresa 4.0

Tra gli obiettivi del PNRR ci sono due target: 42,5 milioni di italiani dotati di SPID o altra identità digitale entro dicembre 2025 e 16.500 enti pubblici che usano SPID o CIE come autenticazione entro marzo del 2026. Lo scopo è una vera e propria trasformazione digitale della PA, che si propone di trasferire online la mole di comunicazioni tra cittadini, imprese e PA che affolla ogni giorno gli uffici pubblici. 

I fondi del PNRR saranno usati soprattutto per superare la barriera del gap digitale della PA italiana, che ancora oggi costringe cittadini e imprese ad “accedere alle diverse amministrazioni come silos verticali, non interconnessi tra loro”. Uno strumento fondamentale in tal senso è rappresentato dalla Piattaforma Nazionale dei Dati: basata sul principio “once only”, la piattaforma prevede che le informazioni sui cittadini siano a disposizione “una volta per tutte” per le amministrazioni, alleggerendo tempi e costi. 

La digitalizzazione della PA non è l’unica novità per le imprese: ci sono all’interno del PNRR bandi per l’impresa 4.0 che prevedono, tra le altre cose, investimenti in ricerca e sviluppo e per l’installazione di reti a banda ultralarga. 

La transizione al cloud, inoltre, è funzionale allo sviluppo di un nuovo ecosistema di imprese e start-up che possano migliorare ed evolvere l’offerta di prodotti e soluzioni software per le imprese e la PA.

 

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PNRR: l'Identità Digitale nella digitalizzazione della PA

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